"IL LAVORO NON È UNA COSA DA BAMBINI"

Il lavoro non è una cosa da bambini

    

Con il tema "Il lavoro non è una cosa da bambini" Global Humanitaria ha iniziato una campagna contro lo sfruttamento del lavoro infantile. Il nostro obiettivo è informare, denunciare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in cui purtroppo sono costretti a vivere 215 milioni di bambini nel mondo.

Molte organizzazioni internazionali hanno denunciato il fenomeno del lavoro minorile e hanno promosso campagne affinché i governi si impegnino con azioni concrete in difesa dei diritti e per la protezione dell’infanzia. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro “OIL” il lavoro forzato è presente in diverse forme in tutti i continenti, in quasi tutte le nazioni e in qualsiasi tipo di sistema economico.

Un bambino è un essere umano minore di 18 anni, così stabilisce la Convenzione Internazionale dei Diritti del Bambino approvata nel 1989 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ci sono poi una serie di principi generali che contemplano la protezioni dei suoi diritti, la sua libertà e le condizioni ideali per il suo sviluppo. Pertanto i bambini hanno diritto all’educazione, alla salute, al gioco e alla protezione contro i maltrattamenti e l’abbandono. Quando vengono obbligati a lavorare, conciliare il lavoro che devono svolgere con la frequenza scolastica, presuppone uno sforzo che spesso porta ad un elevato tasso di abbandono scolastico. Senza un’educazione adeguata non si interrompe il circolo vizioso della povertà.

Oggi 215 milioni di bambini sono vittime del lavoro infantile in tutto il mondo e svolgono mansioni che pregiudicano il loro sviluppo psicologico, fisico ed emotivo. I bambini lavorano per diverse ragioni anche se la povertà rimane la causa principale: in questa circostanza da loro dipende il sostentamento proprio e della propria famiglia.

I minori lavorano soprattutto nel settore agricolo (7 bambini su 10 sono agricoltori), in quello dei servizi e nell’industria. Il lavoro infantile è in stretta relazione con la esclusione sociale: quanto maggiore è il tasso di disoccupazione negli adulti tanto aumenta l’occupazione per i minori e interessa sia maschi che femmine, anche se, a partire dai 12 anni, il coinvolgimento è soprattutto maschile.

Ogni anno muoiono 22.000 bambini in incidenti sul lavoro. I dati dell’OIL rivelano che i benefici economici derivati dallo sradicamento del lavoro infantile sarebbero all’incirca sette volte maggiori rispetto ai costi, senza tenere conto dei benefici sociali e umani che la cosa implicherebbe.

sulla situazione infantile dei bambini lavoratori è documentata dal reportage fotografico Perù storia del lavoro infantile, che mostra bambini che lavorano nella spazzatura, piccoli pescatori, fabbricanti di mattoni e guardia colombari in Perù dove quasi 2 milioni di bambini sono costretti a lavorare.

Le immagini di vita di questi bambini devono essere una denuncia davanti alla quale dobbiamo fare tutto il possibile.