"IL LAVORO NON È UNA COSA DA BAMBINI"

Il lavoro infantile nel mondo

Le peggiori forme di sfruttamento infantile. Per la comunità internazionale l’espressione “lavoro minorile” non comprende tutto il lavoro svolto dai minori di 18 anni.  L’opinione generale e consuetudinaria è che il lavoro che rientra nei limiti di legge, se non danneggia la salute né lo sviluppo personale del bambino e se non interferisce nella sua scolarizzazione, può essere considerato un’ esperienza positiva.

Al contrario il lavoro infantile è proibito dal diritto internazionale.
Di tutti i bambini che sono economicamente attivi nel mondo, 215 milioni  di loro, sono impiegati in un lavoro che non dovrebbero svolgere o perchè non hanno ancora raggiunto l’età minima prevista dalla legislazione del paese di appartenenza, o perchè il lavoro che svolgono è pericoloso per la loro salute o ancora perchè sono sottoposti a sfruttamento.

Gli accordi 182  dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO,1999) definiscono le forme di sfruttamento minorile e sollecitano tutti gli Stati a riconoscerle ed ad impegnarsi nell’adottare i mezzi necessari per la loro eliminazione:
a) tutte le forme di schiavitù  o le pratiche analoghe alla schiavitù, come la vendita o il traffico di bambini, la schiavitù per debito, il lavoro forzato e l’arruolamento in conflitti armati.
b) l’utilizzo, il reclutamento e l’offerta di bambini per il mercato della prostituzione, la produzione di materiale pornografico e gli utilizzi pornografici.
c) l’utilizzo, il reclutamento o l’offerta di bambini per attività illecite, in particolare la produzione e il traffico di stupefacenti, a seconda dei trattati internazionali pertinenti.
d) il lavoro che, per sua natura o per le condizioni in cui si svolge, danneggia la salute, la sicurezza o la moralità dei bambini.

Un obiettivo alla nostra portata. L’ultimo reportdell’ ILO(04/05/06) registra che il lavoro infantile, specialmente nelle sue peggiori forme di sfruttamento, per la prima volta sta diminuendo e ritiene possibile arrivare all’eliminazione totale. I bambini lavoratori sono passati in 4 anni da 171 milioni a 126 milioni. La diminuzione si attribuisce a interventi concreti presi per ridurre la povertà e promuovere l’educazione. C’è maggior coscienza, più volontà politica e, apparentemente, si da maggior peso alle direttive degli organismi internazionali.

Così l’Unicef raccomanda ai diversi paesi di cercare di creare un ambiente che sappia proteggere l’infanzia; di assicurare che tutti i bambini e le bambine abbiamo accesso all’educazione obbligatoria; di modificare gli usi e costumi,  di mettere in pratica leggi che proibiscano il lavoro infantile, di monitorare i bambini sottomessi a questa condizione;  di liberare i bambini dalle forme più gravi di lavoro infantile e aumentare l’assistenza per i servizi sociali di sostegno.

Nonostante tutti i passi fatti in avanti, purtroppo ancora molti minori continuano a lavorare.
L’Asia e il Pacifico continuano ad essere le aree con il maggior numero di bambini lavoratori tra i 5 ed i 14 anni, circa 122 milioni. Mentre la zona che detiene il triste primato della più alta percentuale al mondo di bambini occupati in attività economiche, è l’Africa Subsahariana dove non solo la povertà, ma anche l’AIDS, ha reso molti bambini orfani e li ha costretti a cercare di sopravvivere come possibile.

Età minima per cominciare a lavorareIl Convegno Internazionale del lavoro Infantile (1919) ha proibito il lavoro ai minori di 14 anni nel settore industriale. 
In seguito, sono stati adottati diversi provvedimenti che regolano le età minime necessarie per l’impiego di manodopera infantile nei diversi settori. L’ ILO ha promosso nelle sue conferenze internazionali la ratifica degli accordi  138 sull’età minima di ammissione all’impiego e degli accordi 182 sull’eliminazione delle forme di sfruttamento minorile.
Gli accordi 138 (1973) hanno stabilito che l’età minima di ammissione a tutti i tipi di impiego, che per loro natura o per le condizioni in cui si realizzano possono risultare pericolosi per la salute, la sicurezza o la moralità dei minori, non dovrà essere inferiore a 18 anni. Invece per altri tipi di impieghi e a seconda delle diverse condizioni del paese, l’età oscilla tra i 14 e i 15 anni, età in cui normalmente termina la scuola dell’obbligo.
Educazione per tutti. L’eliminazione del lavoro minorile dovrebbe essere inclusa maggiormente nelle politiche  e nelle iniziative che ruotano intorno alla campagna per gli Obiettivi del Millennio, soprattutto per quanto concerne i temi sull’educazione per tutti e sulla diminuzione della povertà.

Documenti dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro)

Convenzione 138 (1973) riguardo l’età minima per iniziare a lavorare
Convenzione 182 (1999) riguardo alle peggiori forme di lavoro infantile

www.ilo.org