Mi chiamo Sabbu e sono l’ultima bimba arrivata alla casa di Lal Bari.

[19/2/2015]

Sabbu Rani è entrata a far parte della  casa d’accoglienza di Lal Bari. La piccola ha 11 anni e fino a quel momento è vissuta con i suoi genitori e i suoi tre fratelli nelle strade del quartiere Bowbazar a Calcutta, proprio di fronte all’edificio dove hanno sede gli uffici governativi “Jahar Building”. La sua famiglia vive lì da 11 anni, in condizioni di estrema povertà e precarietà da quando suo padre, a causa di un incidente, ha perso una gamba e non è stato più in grado di lavorare. Nonostante la sua invalidità, il governo indiano non gli ha riconosciuto alcun aiuto.
 
La sua condizione fisica gli permette di lavorare solo qualche ora pulendo case ed uffici. Anche la madre lavora come domestica. Il guadagno però è davvero esiguo.
Sabbu e i suoi tre fratelli hanno cominciato a studiare nel Centro Missionario della Carità di Gandhi, ma purtroppo i genitori ora non riescono più a pagare gli studi e per questo sono stati costretti ad abbandonare la scuola.
Il denaro è appena sufficiente per mangiare e vestirsi. Vivono in strada sia in inverno sia in estate, e questa situazione è molto pericolosa per una bambina così piccola. I suoi genitori desideravano garantire a Sabbu l’opportunità di crescere in un contesto migliore e più sicuro e per questo motivo si sono rivolti al Comitato di Benessere Infantile di Calcutta, che ha indirizzato la bimba al nostro centro d’accoglienza per bambine di Lal Bari. La piccola è arrivata il 30 gennaio.
 
Nella foto in alto si può vedere Sabbu circondata dalle sue compagne al suo arrivo nel centro, vestita in azzurro e con l’espressione un po’ accigliata. Ora vive finalmente in un posto sicuro e confortevole dove potrà crescere e condividere scuola e vita con le altre 24 bambine ospiti del centro.